8 risultati per turismo culturale

Annamaria Parlato 29/05/2024 0

Camminando verso l'avventura: come il trekking trasforma il turismo e le comunità locali

Il trekking non solo arricchisce l'esperienza turistica offrendo avventure uniche e sostenibili, ma anche promuove lo sviluppo economico, sociale e culturale delle regioni in cui viene praticato. 

E' una forma di escursionismo che implica le camminate su percorsi naturali, spesso in montagna o in aree remote. È un'attività che richiede una buona condizione fisica e può variare da semplici passeggiate a lunghe escursioni di più giorni. Ecco alcuni aspetti chiave del trekking:

  • Percorsi: I sentieri possono essere ben segnati e mantenuti, o possono essere percorsi più selvaggi e impegnativi.
  • Durata: Le escursioni possono durare da poche ore a diverse settimane.
  • Equipaggiamento: È importante avere l'equipaggiamento adeguato, come scarponi da trekking, zaino, abbigliamento tecnico, acqua e cibo.
  • Preparazione: Conoscere il percorso, le condizioni meteorologiche e avere una mappa o un GPS sono fondamentali per la sicurezza.

La storia del trekking è affascinante e ricca di evoluzioni che rispecchiano i cambiamenti nella società, nella tecnologia e nell'atteggiamento verso la natura. Ecco una panoramica delle sue principali tappe storiche:

Origini Antiche

  • Antichità: Camminare a lungo per scopi pratici come caccia, raccolta, migrazione e pellegrinaggio è una pratica antica quanto l'umanità stessa. Le popolazioni nomadi e le tribù indigene attraversavano grandi distanze a piedi per sopravvivere.
  • Pellegrinaggi: Nell'antichità e nel medioevo, camminare per raggiungere luoghi sacri era comune. Percorsi come il Cammino di Santiago in Spagna e il pellegrinaggio a Gerusalemme erano intrapresi per motivi spirituali.

Sviluppi del XIX Secolo

  • Romanticismo: Il movimento romantico del XIX secolo ha risvegliato un interesse per la natura selvaggia e l'esplorazione. Scrittori e artisti come Wordsworth e Turner hanno celebrato la bellezza dei paesaggi naturali, incoraggiando la gente a esplorarli.
  • Prime ascensioni: Questo periodo ha visto anche le prime ascensioni alpine. Nel 1786, Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard raggiunsero la vetta del Monte Bianco, segnando l'inizio dell'alpinismo moderno.

XX Secolo

  • Escursionismo organizzato: Nei primi decenni del XX secolo, i club alpini e le associazioni escursionistiche sono diventati popolari, promuovendo l'escursionismo come attività ricreativa. Il Club Alpino Italiano (CAI) è stato fondato nel 1863 e il Club Alpino Svizzero (CAS) nel 1863.
  • Parchi Nazionali: Negli Stati Uniti, la creazione dei primi parchi nazionali, come Yellowstone (1872), ha incentivato il trekking e l'escursionismo, proteggendo grandi aree di natura incontaminata.
  • Attrezzatura moderna: Il progresso tecnologico ha portato allo sviluppo di attrezzature specializzate per il trekking, come scarponi da trekking, tende leggere e abbigliamento tecnico, rendendo le escursioni più sicure e accessibili.

Periodo Contemporaneo

  • Crescita globale: Il trekking è diventato un'attività globale, con percorsi famosi in ogni continente. L'Himalaya, le Ande, le Alpi e i sentieri nazionali negli Stati Uniti, come l'Appalachian Trail, sono diventati destinazioni popolari.
  • Trekking sostenibile: Negli ultimi decenni, c'è stata una crescente attenzione alla sostenibilità e alla conservazione ambientale nel trekking. Gli escursionisti sono incoraggiati a seguire pratiche "Leave No Trace" per minimizzare l'impatto sull'ambiente.
  • Accessibilità e inclusività: Il trekking è diventato più inclusivo, con sforzi per rendere i sentieri accessibili a persone di tutte le abilità. Inoltre, c'è una maggiore consapevolezza dell'importanza del rispetto delle culture locali e della biodiversità.

Il futuro del trekking è promettente, con un continuo aumento di interesse per l'outdoor e la natura. Le tecnologie emergenti, come app di navigazione avanzate e materiali ancora più leggeri e resistenti, renderanno il trekking ancora più accessibile e sicuro. Allo stesso tempo, la consapevolezza ambientale e la necessità di conservazione continueranno a guidare le pratiche sostenibili. Il trekking inoltre comporta una serie di sviluppi positivi all'interno dell'economia turistica: crea posti di lavoro locali, come guide, portatori, operatori di lodge, trasporti e ristorazione. L'aumento del turismo escursionistico stimola la costruzione di infrastrutture come sentieri ben mantenuti, rifugi, campeggi, e miglioramenti nei trasporti. Gli escursionisti spesso acquistano prodotti locali, contribuendo all'economia delle comunità attraverso l'acquisto di artigianato, cibo e altri beni. Le aree di trekking spesso diventano zone protette per preservare la bellezza naturale e la biodiversità, come parchi nazionali e riserve, i programmi includono spesso componenti educative che sensibilizzano i visitatori sull'importanza della conservazione e delle pratiche sostenibili. Il trekking è spesso associato a benefici per la salute fisica e mentale, promuovendo un turismo orientato al benessere. Le escursioni in natura offrono un'opportunità per rilassarsi e rigenerarsi, contribuendo al benessere complessivo dei turisti.

Esempi di Successo

  • Nepal: L'Himalaya e il trekking verso l'Everest Base Camp hanno trasformato il Nepal in una destinazione di trekking di fama mondiale, contribuendo significativamente all'economia del paese.
  • Perù: Il trekking sull'Inca Trail fino a Machu Picchu ha reso il Perù una delle destinazioni turistiche più importanti del Sud America.
  • Nuova Zelanda: Con i suoi numerosi "Great Walks", la Nuova Zelanda ha sfruttato il trekking per promuovere il turismo e la conservazione ambientale.

In sintesi, il trekking è evoluto da una necessità antica a un'attività ricreativa moderna, che combina avventura, esplorazione e un profondo rispetto per la natura.

Lingua non trovata:

Annamaria Parlato 28/03/2024 0

Primavera a Salerno: attività e luoghi consigliati da visitare

Salerno, con la sua posizione affacciata sul Mar Tirreno e la sua ricca storia, offre molte opportunità per trascorrere del tempo piacevole durante la primavera. Questo particolare momento dell'anno è un periodo davvero speciale, in cui la città si risveglia dopo i mesi invernali e si riempie di colori e profumi. I parchi, i giardini e le strade di Salerno si riempiono di fiori e piante in fiore, creando un'atmosfera incantevole e colorata, le temperature diventano più miti e piacevoli, permettendo di godere di lunghe passeggiate all'aperto senza il caldo afoso dell'estate.

La primavera è il periodo in cui si celebrano diverse feste e tradizioni a Salerno. Una delle più importanti è la "Settimana Santa", con processioni e cerimonie religiose che attirano visitatori da tutto il mondo. Inoltre la città ospita numerosi eventi culturali, spettacoli teatrali, concerti e mostre d'arte, arricchendo l'offerta culturale. Questo è il momento ideale per fare escursioni nei dintorni di Salerno, esplorando la Costiera Amalfitana, i Monti Lattari o le aree naturali circostanti tra i Picentini e la Valle dell'Irno, dove la natura si mostra in tutta la sua bellezza. La primavera è anche il periodo in cui la cucina locale offre i suoi migliori prodotti: dai primi ortaggi di stagione alle specialità di pesce fresco. È il momento ideale per gustare piatti tipici come la "Parmigiana di alici", la "Pizza di scarole" o la "Pastiera di gano". Il lungomare poi diventa un luogo perfetto per rilassarsi, fare sport o godersi il sole sulle spiagge della città.

Ecco alcune attività e luoghi da visitare a Salerno in primavera:

  1. Passeggiare sul Lungomare Trieste: Goditi una piacevole passeggiata lungo il lungomare di Salerno, con la vista sul mare e le luci che riflettono sull'acqua.

  2. Visita al Duomo di Salerno: Il Duomo di Salerno, dedicato a San Matteo, è un capolavoro dell'architettura medievale. All'interno troverai affreschi e opere d'arte di grande valore storico e artistico.

  3. Giardino della Minerva: Questo antico orto medievale offre una varietà di piante aromatiche e medicinali. È un luogo tranquillo per passeggiare e rilassarsi tra la natura.

  4. Castello di Arechi: Situato su una collina che domina la città, il Castello di Arechi offre una vista panoramica mozzafiato su Salerno e sul Golfo. Durante la primavera, potrai godere di temperature piacevoli mentre esplori le antiche mura del castello.

  5. Shopping e gastronomia: Le vie del centro storico di Salerno sono piene di negozi, boutique e ristoranti dove potrai assaporare la cucina tradizionale campana e acquistare prodotti locali.

  6. Escursioni in Costiera Amalfitana: Salerno è un ottimo punto di partenza per esplorare la splendida Costiera Amalfitana. Durante la primavera, le temperature sono ideali per escursioni a piedi lungo i sentieri costieri e per visitare le pittoresche città come Amalfi, Positano e Ravello.

  7. Eventi e festival: In primavera, Salerno ospita diversi eventi e festival, come la "Mostra della Minerva" e la "Settimana Santa", che offrono spettacoli di luci, musica e tradizioni locali.

  8. Parchi e aree naturali: Se ami la natura, puoi visitare l'Oasi WWF di Persano, dove potrai fare escursioni, birdwatching e osservare la flora e la fauna locali. Anche il Cilento merita una sosta per i suoi numerosi itinerari che ti aiutano a toccare con mano l'autenticità dei luoghi e le particolarità delle usanze locali.

Queste sono solo alcune delle tante cose da fare e vedere a Salerno in primavera. La città e i suoi dintorni offrono un mix perfetto di cultura, natura, gastronomia e divertimento per tutti i gusti.

Lingua non trovata:

Annamaria Parlato 19/02/2024 0

I turisti nel 2024 ripartono dalle proprie radici

Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, lo scorso 30 ottobre 2023, alla Farnesina aprì i lavori del primo incontro di presentazione del progetto “Turismo delle radici”. Una nuova proposta turistica, con il coinvolgimento di borghi e piccoli Comuni, costruita per invitare gli italiani all’estero e i loro discendenti a risalire alle origini.

“Quello di oggi è il primo di una serie di incontri che organizzeremo alla Farnesina per condividere e approfondire, insieme alle realtà locali, la preparazione delle iniziative per il 2024, anno delle radici italiane nel mondo” – dichiarò Tajani. “Come ho detto all’Assemblea ANCI di Genova, i Comuni sono una priorità dell’azione di governo, anche per promuovere le eccellenze dei territori e il saper fare italiano. Vogliamo mettere a sistema la loro vitalità con la nostra strategia di diplomazia della crescita”.

Il progetto “Turismo delle radici” è stato ideato per consentire agli italo-discendenti e oriundi italiani di scoprire i piccoli borghi e le aree rurali all’origine del fenomeno migratorio italiano, costruendo un’offerta turistica autenticamente locale che permetta di apprezzare tutta la bellezza, la cultura e le tradizioni secolari dei borghi da cui sono partiti i loro avi. Il turismo delle radici nasce come progressione di quella forma di turismo
che si è andata consolidando già da tempo: l’heritage tourism.

L'heritage tourism, o turismo del patrimonio, è una forma di turismo che si concentra sulla visita di luoghi storici, culturali e naturali per scoprire, preservare e apprezzare il patrimonio di una determinata area. Questo tipo di turismo si basa sull'esplorazione e sull'esperienza di luoghi che hanno un valore storico, artistico, culturale o naturale significativo.

Le attrazioni del turismo del patrimonio possono includere siti archeologici, monumenti storici, musei, parchi nazionali, edifici antichi, siti religiosi e altre destinazioni legate al patrimonio di una comunità o di una nazione. Gli obiettivi principali del turismo del patrimonio sono la conservazione, la promozione della conoscenza storica e culturale, e la valorizzazione delle tradizioni locali.

Alcuni aspetti chiave dell'heritage tourism includono:

  1. Educazione: Questa forma di turismo mira a educare i visitatori sulle radici storiche, culturali e naturali di una determinata area. Musei, interpreti storici e guide turistiche svolgono un ruolo importante nella trasmissione delle informazioni.

  2. Conservazione: Il turismo del patrimonio spesso contribuisce alla conservazione e alla manutenzione di luoghi storici e culturali. I proventi derivanti dai visitatori possono essere reinvestiti nella preservazione del patrimonio.

  3. Sostenibilità: Molte destinazioni di heritage tourism si impegnano nella gestione sostenibile delle risorse culturali e ambientali per garantire che il patrimonio sia preservato per le generazioni future.

  4. Promozione delle tradizioni locali: Attraverso esperienze autentiche, il turismo del patrimonio promuove le tradizioni locali, l'artigianato, la cucina e altre espressioni culturali uniche.

  5. Coinvolgimento delle comunità locali: L'heritage tourism spesso coinvolge le comunità locali, incoraggiando la partecipazione attiva nella gestione e nella promozione delle risorse del patrimonio.

Questo tipo di turismo può contribuire in modo significativo all'economia locale, attirando visitatori interessati a esplorare la ricchezza storica e culturale di una regione. Tuttavia, è importante bilanciare la promozione turistica con la conservazione sostenibile per evitare impatti negativi sul patrimonio stesso.

Il "turismo delle radici" è una forma specifica di heritage tourism che si concentra sulla ricerca e l'esplorazione delle origini familiari, della storia personale e delle radici culturali di un individuo. Il termine infatti si riferisce a un tipo di viaggio che ha come obiettivo l'esplorazione delle proprie origini, storia familiare e patrimonio culturale. Questo tipo di turismo coinvolge solitamente individui che desiderano ritornare alle loro radici culturali o esplorare le aree geografiche associate alle loro famiglie o alle loro origini etniche. Le attività comuni associate al turismo delle radici includono:

  1. Visite ai luoghi di origine: Esplorare le città natali, i villaggi o le regioni legate alla storia familiare.

  2. Ricerca genealogica: Tracciare la propria linea di discendenza, consultare documenti storici e scoprire dettagli sulla famiglia.

  3. Incontri con parenti: Cercare e connettersi con parenti a lungo perduti o ancora presenti nella regione di origine.

  4. Partecipazione a eventi culturali: Coinvolgimento in festival, celebrazioni e altre manifestazioni culturali locali.

  5. Esperienze culinarie: Sperimentare la cucina locale e le tradizioni alimentari della regione di origine.

  6. Visite a siti storici e musei: Esplorare luoghi storici, musei e altre attrazioni che riflettono la storia e la cultura della zona di origine.

Questo tipo di turismo è spesso guidato dalla volontà di approfondire la comprensione del proprio passato, stabilire connessioni emotive con la storia familiare e mantenere legami con le radici culturali. Con l'avanzare della tecnologia e la disponibilità di risorse online, come servizi di genealogia e archivi digitali, sempre più persone si impegnano nel turismo delle radici per esplorare e celebrare la propria identità culturale e storica. Stimolando il desiderio degli italiani emigrati all’estero e dei loro discendenti di riscoprire il proprio passato, l’Italia proclama il 2024 come anno del “turismo delle radici”.

Lingua non trovata:

Annamaria Parlato 19/12/2023 0

Festività natalizie e turismo a Salerno: cosa vedere in città

Il turismo natalizio è un fenomeno in cui le persone viaggiano durante le Festività per partecipare a celebrazioni specifiche, eventi specifici o semplicemente per godersi l'atmosfera natalizia in luoghi diversi. Questo tipo di turismo è popolare in molte parti del mondo, poiché le persone cercano modi unici per celebrare il Natale in un contesto diverso dal loro ambiente quotidiano.

Nella città di Salerno c'è un evento che da diciassette anni incuriosisce e attira visitatori da ogni angolo del mondo, riscuotendo successi e anche qualche critica che in ogni caso può risultare positiva, affinchè ci sia un costante miglioramento nel tempo. Stiamo parlando delle famose "Luci d'Artista". 

Le "Luci d'Artista" a Salerno hanno una storia che inizia nel 2006 (prendendo spunto dal modello torinese del 1998) e si è sviluppata nel corso degli anni, trasformando l'evento in una tradizione amata da residenti e turisti. Ecco una panoramica della storia delle Luci d'Artista a Salerno:

  1. Anno di Inizio (2006): Le Luci d'Artista a Salerno sono state inaugurate per la prima volta nel 2006. L'obiettivo era quello di trasformare il centro storico della città in un'affascinante galleria d'arte a cielo aperto, utilizzando la luce come mezzo espressivo.

  2. Artisti Locali e Internazionali: Nel corso degli anni, l'evento ha coinvolto numerosi artisti locali e internazionali che hanno contribuito con le loro opere luminose e installazioni artistiche. Le opere spesso riflettono temi natalizi, tradizioni locali e aspetti della cultura salernitana.

  3. Crescita e Popolarità: Nel corso degli anni, le Luci d'Artista hanno guadagnato popolarità, attirando un numero sempre crescente di visitatori. L'evento è diventato una delle principali attrazioni durante la stagione natalizia e ha contribuito a promuovere il turismo nella regione.

  4. Variazioni e Novità: Ogni anno, le Luci d'Artista presentano nuove installazioni e variazioni tematiche, mantenendo fresca e interessante l'esperienza per chi visita. Gli artisti vengono selezionati per portare creatività e innovazione alle opere esposte.

  5. Coinvolgimento della Comunità: L'evento coinvolge anche la comunità locale attraverso iniziative culturali e collaborazioni con le scuole. Questo contribuisce a rendere le Luci d'Artista non solo uno spettacolo visivo, ma anche un'esperienza che unisce la comunità.

Le Luci d'Artista a Salerno sono diventate un esempio di successo di come l'arte contemporanea e l'illuminazione possano trasformare uno spazio urbano, creando un'atmosfera magica e festosa durante il periodo natalizio. La continua crescita dell'evento dimostra il suo impatto positivo sulla città e sulla sua reputazione come destinazione turistica.

Le Luci inoltre seguono percorsi specifici attraverso la città, creando un itinerario luminoso che invita le persone a esplorare il centro storico e spesso sono accompagnate da eventi collaterali come concerti, mercatini di Natale e attività culturali.

Il periodo natalizio a Salerno offre quindi diverse attività e attrazioni che contribuiscono a creare un'atmosfera festosa e coinvolgente. Ecco alcune cose che puoi fare a Salerno durante il periodo natalizio:

  1. Mercatini di Natale: Partecipa ai mercatini natalizi che si tengono in varie piazze della città. Troverai bancarelle con oggetti artigianali, regali natalizi, decorazioni e prelibatezze culinarie.

  2. Concerti e Spettacoli: Controlla il calendario degli eventi per scoprire se ci sono concerti natalizi, spettacoli teatrali o altri eventi culturali in programma durante il periodo natalizio.

  3. Visita al Presepe di Sabbia: Salerno ospita un presepe di sabbia, un'installazione artistica unica realizzata con la sabbia della spiaggia. Questo è spesso situato lungo il lungomare e offre un'esperienza insolita legata alle tradizioni natalizie.

  4. Giro turistico della città: Approfitta delle luci e delle decorazioni per fare una passeggiata turistica attraverso il centro storico di Salerno. Ammira i monumenti, i palazzi storici e le chiese che sono particolarmente suggestivi durante il periodo natalizio.

  5. Eventi Religiosi: Partecipa a eventi religiosi che celebrano il Natale nelle chiese storiche della città. Molte chiese organizzano messe speciali, concerti corali e rappresentazioni natalizie.

  6. Gastronomia Natalizia: Assapora la cucina natalizia locale. Prova specialità regionali e piatti tradizionali legati alle festività natalizie.

  7. Gite in Giornata: Salerno è situata in una posizione strategica che consente gite in giornata verso altre destinazioni vicine. Ad esempio, puoi visitare la Costiera Amalfitana o Pompei.

  8. Passeggiate Lungo il Lungomare: Goditi una passeggiata rilassante lungo il lungomare, ammirando il mare e respirando l'aria fresca. Potrebbe essere un ottimo modo per rilassarti durante le festività.

  9. Attività per la Famiglia: Se viaggi con la famiglia, cerca attività dedicate ai bambini, come spettacoli per i più piccoli o eventi speciali nei parchi cittadini.

Ricorda di verificare gli eventi specifici e gli orari durante il tuo soggiorno, poiché le attività possono variare di anno in anno. Buon Natale a Salerno!

Lingua non trovata:

Annamaria Parlato 29/05/2023 3

Il Borgo di Terravecchia e il Sentiero della Stampella a Giffoni Valle Piana, per la promozione del territorio

La storia di Terravecchia a Giffoni Valle Piana è intrisa di tradizioni locali, eventi storici e influenze culturali che hanno contribuito a plasmare il borgo nel corso dei secoli. Esplorare le sue strade e ammirare i suoi monumenti è un modo per immergersi nella storia affascinante di questo antico borgo medievale.

Meno di cento abitanti, il borgo che in realtà è la frazione più piccola di Giffoni è dominata dall'alto dal Castello di Terravecchia, le cui origini risalgono all’anno mille quando Federico II, ordinò il recupero della rocca e ne fece la sua residenza.

Il borgo è collegato al castello attraverso una piccola mulattiera ed è un susseguirsi di case e vicoletti racchiusi in un sistema difensivo.Fortunatamente, nonostante ci siano stati molti restauri, le tracce medievali non sono state cancellate e infatti è possibile ammirare ancora oggi mura di cinta merlate, torri e vicoli strettissimi che si incrociano scendendo fino a Giffoni.

Uno dei percorsi più gettonati ma da valorizzare è il Sentiero della Stampella sul lato orientale del Castello omonimo, in quanto il lato occidantale è praticamente scomparso. Lungo meno di un chilometro e largo circa tre metri, risale al periodo longobardo e per volontà del vicerè Don Pedro de Toledo, fu ristrutturato nel XVI secolo, conservando la stessa fattura, per rafforzare il Borgo di Terravecchia dalle invasioni dei Saraceni che era tra l'altro osservatorio privilegiato con il sopracitato maniero su tutti i castelli della Valle del Picentino. Lo scorso 23 aprile 2023, con la Pro Loco di Giffoni rappresentata per l'occasione dall'arch. Gregorio Soldivieri, i volontari del Servizio Civile e il Gruppo CTG Picenta di Salerno, c'è stata l'occasione di poter visitare questo antico sentiero (attività inserita nell'ambito dell'offerta formativa collegata al nascente progetto dell'Ecomuseo dei Picentini), ammirare il paesaggio naturalistico e culturale che racconta la storia della città di Giffoni Valle Piana, gli uliveti secolari che si incontrano durante la passeggiata, la chiesetta longobarda di S.Egidio risalente all'XI secolo in stile romanico ma con interessanti affreschi tardo-trecenteschi e il trappito del XVII secolo (dai monaci trappisti), attualmente museo etnografico e testimonianza dell'economia locale basata sulla produzione di olio e vino. 

Testimoni di un’antica arte della produzione dell’olio, questi frantoi ipogei sono parte integrante del paesaggio e dell’architettura rurale. Meravigliosamente conservato nel tempo, il Trappito non ha richiesto particolari interventi di consolidamento strutturale ma soltanto alcuni interventi di restauro estetico. Il motivo che spinse a lavorare in un opificio sotterraneo era quello di ottimizzare la conservazione del prodotto in un ambiente dalla temperatura costante: la temperatura doveva infatti essere bassa per evitare il degrado del prodotto, ma superare quella della solidificazione dell'olio, ossia i 6 °C Generalmente in un grande vano si trovava la vasca per la molitura con la sua grossa pietra molare posta in verticale, di calcare duro. Adiacente al grande vano erano allestiti i torchi di legno alla "calabrese" (con due viti) e alla "genovese" (ad una vite) e diverse vasche scavate nella roccia. Altri vani erano destinati a stalla, a cucina e a dormitorio degli operai.

Nel complesso, il Borgo Terravecchia a Giffoni Valle Piana offre una combinazione di fascino storico, bellezze naturali ed eventi culturali che lo rendono destinazione attraente per i visitatori della regione Campania, di tutte le altre regioni italiane e se promosso potrebbe attirare perfino turismo internazionale, diventando fiore all'occhiello della città conosciuta nel mondo per il Festival del Cinema dei Ragazzi nato proprio qui nel 1971. Il Borgo è una meta turistica apprezzata per la sua bellezza e autenticità, per il buon cibo con le tipiche osterie dislocate un pò dappertutto, con le sue strade strette e le case di pietra che raccontano la sua lunga storia.

.

Lingua non trovata:

Annamaria Parlato 27/03/2023 1

Pontecagano, Ecomuseo dei Picentini: il CTG Picentia in rete con le associazioni del territorio

L'ecomuseo è un tipo di museo che si differenzia dalle tradizionali istituzioni museali per la sua attenzione alla comunità locale e all'ambiente circostante. L'idea di creare un ecomuseo è nata in Francia negli anni '60, quando il movimento di valorizzazione delle tradizioni locali, dell'artigianato e della cultura popolare iniziò a diffondersi in molte regioni del paese.

L'ecomuseo di Creusot-Montceau, fondato nel 1970, è considerato il primo al mondo. Il suo obiettivo era di preservare la memoria delle miniere di carbone e delle fabbriche della zona, che stavano lentamente scomparendo. L'ecomuseo ha coinvolto la popolazione locale in questo processo, incoraggiando le persone a condividere le loro storie e le loro esperienze per creare una narrazione collettiva della storia del territorio.

Negli anni '70 e '80, il movimento degli ecomusei si è diffuso in altri paesi europei come l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Nel 1985, l'ICOM (International Council of Museums) ha creato il Comitato Internazionale degli Ecomusei e dei Musei Comunitari (CIDOC), che ha promosso l'idea degli ecomusei a livello internazionale.

Oggi, gli ecomusei sono presenti in molti paesi del mondo e rappresentano una forma di museo partecipativo e interattivo, che coinvolge la comunità locale nella preservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della propria zona. 

L'ecomuseo non è solo un luogo in cui sono conservati e mostrati oggetti e documenti, ma è un processo che coinvolge la comunità locale nella creazione di un'identità collettiva e nella preservazione della storia e delle tradizioni del proprio territorio. Inoltre, l'ecomuseo spesso organizza attività culturali, educative e di sviluppo sostenibile per promuovere la conoscenza e la consapevolezza della propria cultura e ambiente.

Di seguito sono elencate alcune delle azioni più comuni svolte dagli ecomusei:

  1. Raccolta e conservazione del patrimonio culturale e ambientale: gli ecomusei raccolgono e conservano oggetti, documenti, fotografie e altro materiale relativo alla storia, alla cultura e all'ambiente della propria zona.

  2. Ricerca e documentazione: gli ecomusei svolgono attività di ricerca e documentazione per approfondire la conoscenza della storia e della cultura del territorio.

  3. Educazione e formazione: gli ecomusei organizzano attività educative e di formazione per la comunità locale, come visite guidate, laboratori didattici, incontri con esperti e conferenze.

  4. Promozione turistica: gli ecomusei promuovono la propria zona come destinazione turistica, organizzando attività culturali, escursioni, passeggiate e altri eventi.

  5. Sviluppo sostenibile: gli ecomusei promuovono lo sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso l'organizzazione di progetti per la gestione dei rifiuti, l'adozione di tecniche di agricoltura sostenibile e la promozione dell'energia rinnovabile.

  6. Coinvolgimento della comunità locale: gli ecomusei coinvolgono attivamente la comunità locale nella gestione e nella promozione del patrimonio culturale e ambientale attraverso la partecipazione a progetti, iniziative e attività culturali e di sviluppo sostenibile.

La legislazione degli ecomusei varia da paese a paese e spesso dipende dalle normative che regolamentano il settore dei musei e del patrimonio culturale. La Campania ha una legislazione specifica per gli ecomusei che sono definiti come "musei territoriali che, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale, promuovono la conoscenza e lo sviluppo della comunità di riferimento, a partire dalla partecipazione attiva e consapevole dei suoi abitanti". 

La legge regionale n. 2 del 29 gennaio 2007, intitolata "Norme per la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale e ambientale della Regione Campania", prevede specifiche disposizioni per gli ecomusei.

In particolare, l'articolo 49 della legge regionale stabilisce che "la Regione Campania promuove, in collaborazione con gli enti locali e le comunità territoriali, la costituzione e lo sviluppo di ecomusei finalizzati alla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio".

L'articolo 50 prevede inoltre l'istituzione di un "Registro regionale degli ecomusei", gestito dalla Regione Campania, al quale gli enti locali e le associazioni possono presentare la domanda di riconoscimento dell'ecomuseo.

La legge regionale prevede anche che gli ecomusei debbano essere gestiti da organizzazioni senza scopo di lucro, che abbiano come obiettivo la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale e ambientale del territorio.

Infine, la legge prevede anche incentivi per la costituzione e lo sviluppo degli ecomusei, tra cui finanziamenti, agevolazioni fiscali e forme di collaborazione con le università e i centri di ricerca.

In molti paesi esistono associazioni e network di ecomusei che promuovono la conoscenza e lo sviluppo degli stessi, nonché la loro integrazione nei contesti culturali e sociali locali.

Anche in provincia di Salerno, precisamente a Pontecagnano, il Museo Archeologico Nazionale - MAP - diretto dalla Dott.ssa Ilaria Menale, è stato portavoce e promotore della nascita dell'Ecomuseo dei Picentini - Le Terre della Felicità

A partire dal 2017 è stato, infatti, avviato il progetto di un ecomuseo con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico diffuso che caratterizza quest’ampia parte di territorio in sinergia con Enti locali, Istituzioni e Associazioni ambientaliste e di promozione culturale. 

Il riconoscimento normativo degli ecomusei della Campania invece è stato seguito da Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, che lo scorso 14 marzo 2023 (in occasione della Giornata del Paesaggio), ha espletato un approfondimento sull’iter legislativo regionale dell’Ecomuseo dei Picentini, presso il Museo Archeologico stesso, già oggetto di sottoscrizione lo scorso anno di un “Patto di collaborazione” tra i Comuni dei territori coinvolti (Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Olevano sul Tusciano, Castiglione del Genovesi e Acerno). "...La valorizzazione e la conservazione delle tradizioni, dei più bei siti paesaggistici e culturali e di ogni bene materiale e immateriale di cui la nostra regione dispone, passerà ben presto per il contributo degli ecomusei. Con l'approvazione all'unanimità in Commissione Cultura della proposta di legge a mia prima firma, si fa un primo importante passo nel riconoscimento degli ecomusei in Campania, mettendo a sistema quelli già esistenti e incentivandone la nascita di molti altri. Puntiamo a creare una rete di musei diffusi che costituiscano un'alternativa ai musei tradizionali, con l'intento di esaltare un patrimonio immenso di bellezze naturali, tradizioni e cultura che caratterizzano da sempre la nostra terra..." (Dal discorso dell'ON. Ciarambino durante la seduta della Sesta Commissione del 15 marzo 2022 Ciarambino, ecomusei, primo via libera in Campania - Campania - ANSA.it)

Il CTG Picentia di Salerno è tra i sottoscrittori del patto e si impegnerà con le altre associazioni territoriali a proporre iniziative riguardanti la promozione del patrimonio culturale ed enogastronomico dei Picentini. Il progetto "Di Food in Tour" sarà sicuramente tra queste. 

L'Ecomuseo dei Picentini - Terre della Felicità sarà senza dubbio volano di sviluppo turistico e territoriale, e se per i Greci il concetto di felicità era considerato obiettivo supremo della vita umana, allora secondo questa prospettiva la condizione di benessere sarà totalizzante perchè la cultura genera amore, bellezza e profondo senso civico tra i popoli. 

Lingua non trovata:

Irene Russo 17/03/2023 0

Salerno a passi nella storia: l'affascinante figura di Trotula De Ruggiero

Ed eccomi alla riflessione su un’altra parola chiave : Un elemento molto nominato ultimamente: quanto tempo ancora dobbiamo stare così? Quanto tempo in più abbiamo, stando a casa, di fare varie cose? Il tempo che stiamo vivendo entrerà nei libri di storia….

Pensando alla quantità di tempo a disposizione, e qui non si dia per scontato che per tutti sia proprio così, in linea di massima ci si organizza per spenderlo in modi a volte nuovi e fare qualcosa di più, qualcosa che nella quotidianità frenetica trascuriamo.

Mi rivolgo alle donne, principalmente, perché molte di loro spesso si trascurano, nella cura del loro aspetto fisico, e molte altre invece esagerano.

Vorrei a questo proposito ricordare una figura importantissima vissuta nell'undicesimo secolo a Salerno: la Magistra Trotula De Ruggiero, famosa medichessa della Scuola Medica Salernitana.

Questa donna straordinaria nata, si pensa, nell’anno 1020, di famiglia benestante, vicina alla famiglia del Principe Guaimario IV, ultimo principe longobardo, fu una scienziata nel campo della medicina,

dell’erboristeria, della ginecologia, dell’ostetricia, e non solo, conosceva anche il greco ed il latino ed aveva studiato le opere dei maggiori filosofi fino alla sua epoca.

Trotula dedicò la sua vita alla cura dei malati, sposò il noto medico della Scuola Medica Salernitana Giovanni Plateario, e continuò a praticare la sua professione fino alla fine, raccogliendo, negli ultimi anni della sua vita, tutti i suoi rimedi per qualsiasi malattia o disturbo, consigli, buone pratiche, ricettari, in varie opere.

Quella di cui vorrei parlarvi è il De Ornatu Mulierum”, cioè un trattato di cosmetica dedicato esclusivamente alla donna ed alla cura del suo aspetto estetico.

Non c’è vanità tra gli scopi di quest’opera, ma la presa di coscienza fortissima che Trotula fa e cerca di trasmettere a tutte e tutti, riguardo alla BELLEZZA DELLA DONNA INDICATIVA DI UN CORPO SANO E IN ARMONIA CON L’INTERO COSMO.

Nel suo trattato la medichessa indica rimedi fatti con unguenti, decotti, balsami, che servono ad esempio ad avere denti bianchi ed alito profumato, oppure a tingere i capelli di biondo, o di nero, a profumarli, a creare un “globo profumato” per la casa, un unguento per il viso per la domenica e tanto, tanto altro ancora!

(Consiglio di leggere qualcosa su Trotula De Ruggiero, i cui medicamenti e ricette non riporterò in questo articolo perché rivolti alle donne

dell’undicesimo secolo e quindi di abitudini ben diverse, sicuramente, dalle nostre, ma alcune delle quali potrebbero essere ancora attuali.)

Tutte le preparazioni venivano eseguite usando ingredienti naturali, quali piante, radici, fiori, olii, polveri, semi.

Infatti bisogna ricordare due fattori fondamentali allo sviluppo di questo tipo di cure:

  • la profonda conoscenza delle erbe selvatiche e dei loro usi, che Trotula aveva ereditato dalle donne sue ave : le MULIERES SALERNITANE, donne che sapevano individuare, conservare, lavorare tutte le erbe, le piante officinali, spezie, radici, con sapienza, tramandando a voce questa tradizione fino a quando essa si è poi evoluta nelle prime forme di medicina vera e propria. Salerno per la sua esposizione era un grande patrimonio di giardini pensili ricchi di piante officinali ( i semplici...)

  • un fattore socio economico importantissimo: Salerno era una città cosmopolita, un punto di scambio commerciale ed incontro di culture che favoriva la presenza di prodotti non sempre disponibili in

territorio “italiano”, ma che grazie a tale situazione potevano essere importati, seminati e cresciuti (vale per alcune erbe e piante), assimilati col tempo e fatti propri. Inoltre la convivenza di più culture a Salerno durante quel secolo favorì lo sviluppo di una città multietnica in cui erano tollerate usanze e costumi diversi tra loro e gli scambi di prodotti erano spesso anche scambi di saperi che venivano da lontano.

La medicina si sviluppa quindi in questo fiorente contesto, facendosi forte anche di notizie e contributi arrivati da oltre mare, dal mondo arabo, e Trotula, diventa una riconosciuta medichessa.

Pur trovandosi in una comunità in cui la donna non aveva certo vita facile, anzi proprio per questo, Trotula è un personaggio straordinario ai miei occhi ed agli occhi di molti, riesce a far rivalutare il suo ruolo di donna e riesce sempre con onestà intellettuale e con precisione scientifica a fronteggiare quel senso di vergogna, pudore e inibizione che le pazienti provavano nel mostrare i propri malanni, inestetismi, difetti, tante volte segreti, e che molto spesso venivano trascurati sino ad uno stato di

inevitabile evidenza pur di non subire l’imbarazzo di una visita.

Ciò che colpisce degli scritti di Trotula de Ruggiero e del modo di comunicare i rimedi è la consapevolezza di una donna che parla alle donne, ritenendo, appunto, il loro benessere esteriore molto molto correlato a quello interiore, se non altro un buon punto di partenza per alleggerire il fisico dalle fatiche e gli stress della vita. Tra l’altro fu la prima donna che riconobbe il disequilibio alimentare, la mancanza di esercizio fisico, la non cura e scarsa igiene del proprio corpo, come basi per il sopraggiungere di malattie e patolgie più o meno gravi.

Ed ecco che tutto questo si ripropone oggi a noi, nel messaggio di cui mi voglio fare portatrice, attraverso il concetto di TEMPO: dedichiamo un po’ di tempo calmo a qualche piccolo accorgimento per noi stesse (mi permetto di estendere questo invito anche ai maschi), prendendo esempio da Trotula, sapendo che contribuirà al nostro benessere, perché questo tempo che entrerà nella storia sia vissuto, almeno per qualche minuto della nostra giornata, nella ricerca anche, perchè no, del benessere psico-fisico.

Riferimenti bibliografici:

IO,TROTULA (Dorotea Memoli Apicella)

STORIA DOCUMENTATA DELLA SCUOLA MEDICA SALERNITANA (Salvatore De

Renzi)

REGIMEN SANITATIS, FLOS MEDICINAE SALERNI (a cura di A. Sinno)

Lingua non trovata:

Mina Felici 16/02/2023 0

Riscoprire le nostre Radici è... "Turismo CTG"

Prende il via, a partire da quest’anno, un nuovo spazio comunicativo tra il nostro Gruppo CTG Picentia e voi, nostri amici, soci o simpatizzanti, che durante questi 7 anni di vita del nostro Centro, ci avete in qualche modo seguiti e sostenuti. Il blog che si apre con questo articolo a voi dedicato, si trova all’interno della pagina www.difoodintour.it, creata a cura del Gruppo per promuovere uno dei più importanti progetti che stiamo realizzando ormai dal 2017.

Il tema centrale al quale dedicare questo primo incontro sul blog, non potrebbe essere meglio rappresentato che da quello che l’Associazione CTG Nazionale ha scelto per l’anno 2023 e che è: RISCOPRIRE LE NOSTRE RADICI E’…TURISMO CTG! In questa frase sono contenute sia l’essenza stessa del nostro essere CTG che le tante altre sfaccettature che compongono l’unitarietà del tema scelto.

In tanti sono oggi alla ricerca delle proprie origini e lo fanno tornando nei luoghi che hanno dato i natali ai propri avi. Di loro cercano di ricostruire una storia che è fatta di particolari, spesso piccoli, ma significativi e che riportano a racconti di cui la loro infanzia si è nutrita, e che come chimere hanno popolato per anni i loro sogni. Allora, prima o poi, appena possono, tornano e vanno in quei piccoli centri, borghi, paesi dove la loro storia ha avuto inizio e grazie ai quali oggi sono quelli che sono. Perché dalle origini scaturisce la cultura e lo spirito interculturale dei popoli; ed in particolare dai quei borghi, piccoli centri o paesi, si manifesta la ricchezza inestimabile della nostra bella Italia, ed, in particolar, e per noi che viviamo a Salerno, della stessa città e dei luoghi ad essa più vicini. Luoghi che, spesso, neanche noi conosciamo perché ci sembra una perdita di tempo andare a visitare posti che non ci evocano grandi emergenze culturali. Ma è proprio del CTG fare turismo di prossimità e scoprire ciò che non è manifesto ma non per questo meno importante.

Così, aderendo al progetto del Turismo che il CTG si pone da sempre, abbiamo iniziato a percorrere i nostri Monti e Valli percorrendone i centri che vi sorgono dei quali abbiamo, insieme a chi ci ha seguito, scoperto storia, beni culturali, paesaggi, natura, straordinari prodotti eno-gastronomici, la cura che viene posta nella produzione e trasformazione, i nuovi mestieri, l’amore per le tradizioni, i piccoli musei del territorio, gli artisti e gli architetti che hanno costruito e decorato chiese e palazzi, il gusto di stare insieme con Amministratori, Associazioni, persone del posto, la preziosa esperienza dello stare insieme attorno ad una bella tavola imbandita per noi con cura e ricerca della particolarità del gusto che si sposa con la stagionalità dei prodotti degustati. Emozioni che non si possono spiegare e che debbono essere vissute.

Per questo e per altre esperienze, che man mano vi disveleremo attraverso questo blog, speriamo che tanti di voi ci contattino per diventare soci e volontari del nostro Gruppo CTG Picentia.

Contattateci ai nostri indirizzi ctgpicentia@gmail.com e info@difoodintour.it

Lingua non trovata: