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Annamaria Parlato 27/03/2023 1
Pontecagano, Ecomuseo dei Picentini: il CTG Picentia in rete con le associazioni del territorio
L'ecomuseo è un tipo di museo che si differenzia dalle tradizionali istituzioni museali per la sua attenzione alla comunità locale e all'ambiente circostante. L'idea di creare un ecomuseo è nata in Francia negli anni '60, quando il movimento di valorizzazione delle tradizioni locali, dell'artigianato e della cultura popolare iniziò a diffondersi in molte regioni del paese.
L'ecomuseo di Creusot-Montceau, fondato nel 1970, è considerato il primo al mondo. Il suo obiettivo era di preservare la memoria delle miniere di carbone e delle fabbriche della zona, che stavano lentamente scomparendo. L'ecomuseo ha coinvolto la popolazione locale in questo processo, incoraggiando le persone a condividere le loro storie e le loro esperienze per creare una narrazione collettiva della storia del territorio.
Negli anni '70 e '80, il movimento degli ecomusei si è diffuso in altri paesi europei come l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Nel 1985, l'ICOM (International Council of Museums) ha creato il Comitato Internazionale degli Ecomusei e dei Musei Comunitari (CIDOC), che ha promosso l'idea degli ecomusei a livello internazionale.
Oggi, gli ecomusei sono presenti in molti paesi del mondo e rappresentano una forma di museo partecipativo e interattivo, che coinvolge la comunità locale nella preservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della propria zona.
L'ecomuseo non è solo un luogo in cui sono conservati e mostrati oggetti e documenti, ma è un processo che coinvolge la comunità locale nella creazione di un'identità collettiva e nella preservazione della storia e delle tradizioni del proprio territorio. Inoltre, l'ecomuseo spesso organizza attività culturali, educative e di sviluppo sostenibile per promuovere la conoscenza e la consapevolezza della propria cultura e ambiente.
Di seguito sono elencate alcune delle azioni più comuni svolte dagli ecomusei:
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Raccolta e conservazione del patrimonio culturale e ambientale: gli ecomusei raccolgono e conservano oggetti, documenti, fotografie e altro materiale relativo alla storia, alla cultura e all'ambiente della propria zona.
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Ricerca e documentazione: gli ecomusei svolgono attività di ricerca e documentazione per approfondire la conoscenza della storia e della cultura del territorio.
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Educazione e formazione: gli ecomusei organizzano attività educative e di formazione per la comunità locale, come visite guidate, laboratori didattici, incontri con esperti e conferenze.
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Promozione turistica: gli ecomusei promuovono la propria zona come destinazione turistica, organizzando attività culturali, escursioni, passeggiate e altri eventi.
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Sviluppo sostenibile: gli ecomusei promuovono lo sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso l'organizzazione di progetti per la gestione dei rifiuti, l'adozione di tecniche di agricoltura sostenibile e la promozione dell'energia rinnovabile.
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Coinvolgimento della comunità locale: gli ecomusei coinvolgono attivamente la comunità locale nella gestione e nella promozione del patrimonio culturale e ambientale attraverso la partecipazione a progetti, iniziative e attività culturali e di sviluppo sostenibile.
La legislazione degli ecomusei varia da paese a paese e spesso dipende dalle normative che regolamentano il settore dei musei e del patrimonio culturale. La Campania ha una legislazione specifica per gli ecomusei che sono definiti come "musei territoriali che, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale, promuovono la conoscenza e lo sviluppo della comunità di riferimento, a partire dalla partecipazione attiva e consapevole dei suoi abitanti".
La legge regionale n. 2 del 29 gennaio 2007, intitolata "Norme per la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale e ambientale della Regione Campania", prevede specifiche disposizioni per gli ecomusei.
In particolare, l'articolo 49 della legge regionale stabilisce che "la Regione Campania promuove, in collaborazione con gli enti locali e le comunità territoriali, la costituzione e lo sviluppo di ecomusei finalizzati alla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio".
L'articolo 50 prevede inoltre l'istituzione di un "Registro regionale degli ecomusei", gestito dalla Regione Campania, al quale gli enti locali e le associazioni possono presentare la domanda di riconoscimento dell'ecomuseo.
La legge regionale prevede anche che gli ecomusei debbano essere gestiti da organizzazioni senza scopo di lucro, che abbiano come obiettivo la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale e ambientale del territorio.
Infine, la legge prevede anche incentivi per la costituzione e lo sviluppo degli ecomusei, tra cui finanziamenti, agevolazioni fiscali e forme di collaborazione con le università e i centri di ricerca.
In molti paesi esistono associazioni e network di ecomusei che promuovono la conoscenza e lo sviluppo degli stessi, nonché la loro integrazione nei contesti culturali e sociali locali.
Anche in provincia di Salerno, precisamente a Pontecagnano, il Museo Archeologico Nazionale - MAP - diretto dalla Dott.ssa Ilaria Menale, è stato portavoce e promotore della nascita dell'Ecomuseo dei Picentini - Le Terre della Felicità.
A partire dal 2017 è stato, infatti, avviato il progetto di un ecomuseo con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico diffuso che caratterizza quest’ampia parte di territorio in sinergia con Enti locali, Istituzioni e Associazioni ambientaliste e di promozione culturale.
Il riconoscimento normativo degli ecomusei della Campania invece è stato seguito da Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, che lo scorso 14 marzo 2023 (in occasione della Giornata del Paesaggio), ha espletato un approfondimento sull’iter legislativo regionale dell’Ecomuseo dei Picentini, presso il Museo Archeologico stesso, già oggetto di sottoscrizione lo scorso anno di un “Patto di collaborazione” tra i Comuni dei territori coinvolti (Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Olevano sul Tusciano, Castiglione del Genovesi e Acerno). "...La valorizzazione e la conservazione delle tradizioni, dei più bei siti paesaggistici e culturali e di ogni bene materiale e immateriale di cui la nostra regione dispone, passerà ben presto per il contributo degli ecomusei. Con l'approvazione all'unanimità in Commissione Cultura della proposta di legge a mia prima firma, si fa un primo importante passo nel riconoscimento degli ecomusei in Campania, mettendo a sistema quelli già esistenti e incentivandone la nascita di molti altri. Puntiamo a creare una rete di musei diffusi che costituiscano un'alternativa ai musei tradizionali, con l'intento di esaltare un patrimonio immenso di bellezze naturali, tradizioni e cultura che caratterizzano da sempre la nostra terra..." (Dal discorso dell'ON. Ciarambino durante la seduta della Sesta Commissione del 15 marzo 2022 Ciarambino, ecomusei, primo via libera in Campania - Campania - ANSA.it)
Il CTG Picentia di Salerno è tra i sottoscrittori del patto e si impegnerà con le altre associazioni territoriali a proporre iniziative riguardanti la promozione del patrimonio culturale ed enogastronomico dei Picentini. Il progetto "Di Food in Tour" sarà sicuramente tra queste.
L'Ecomuseo dei Picentini - Terre della Felicità sarà senza dubbio volano di sviluppo turistico e territoriale, e se per i Greci il concetto di felicità era considerato obiettivo supremo della vita umana, allora secondo questa prospettiva la condizione di benessere sarà totalizzante perchè la cultura genera amore, bellezza e profondo senso civico tra i popoli.